L'evoluzione del cappotto: secoli di storia di un capo evergreen
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Per risalire alle origini del cappotto dobbiamo viaggiare nel tempo fino a giungere nella Francia del XVIII secolo. È in quel contesto storico che nelle corti francesi compaiono le prime marsine, antenate del capo che conosciamo tutti oggi, indossate prevalentemente dai nobili e dall’alta borghesia. Si trattava di un soprabito ricamato, dalla forma lunga e affusolata, facente parte del completo maschile a tre pezzi.
Il cappotto maschile
L’evoluzione avviene in Inghilterra dove nasce il noto Riding-coat, segno distintivo dei gentleman, un cappotto senza decorazioni, che si diffonde in tutta Europa con il nome di Redingote. Nel 1800 il soprabito più indossato nei salotti borghesi diventa il modello Reglan, che prende il nome dal comandante Lord Reglan, noto per aver guidato le truppe britanniche durante la Guerra di Crimea.
Col passare del tempo diversi modelli si susseguono: prima il Chesterfield, capo che prende il nome dai conti Chesterfield del Nord Inghilterra; poi il Brooks Brothers americano, che deve la sua notorietà ai divi di Hollywood, fino ad arrivare al popolare Montgomery che diventa famoso durante la Seconda Guerra Mondiale, grazie al generale britannico B. L. Montgomery, che era solito indossarlo per proteggersi dal vento e dalle intemperie.
Il cappotto femminile
Il cappotto femminile ha una storia simile, nasce infatti come variante del capo maschile, ovvero dalla marsina, per poi evolversi nel 1800 in una moltitudine di versioni. Nei primi anni del secolo il Corriere delle Dame, rivista di moda italiana attiva tra il 1804 e il 1874, presenta la Doglietta: un soprabito femminile dalla linea confortevole, realizzato in seta e spesso dotato di un’imbottitura interna in pelliccia per proteggersi dal freddo.
A partire dai primi anni del 1900 il cappotto subisce diverse trasformazioni, dai modelli con spalle importanti degli Anni Trenta, alle linee squadrate degli Anni Quaranta diventando una vera e propria icona di moda e stile, ispirato alla Haute Couture parigina e indossato dalle star di Hollywood.
Fu poi Christian Dior, negli Anni Cinquanta a reinventare il modello rendendolo un must have del guardaroba femminile e negli Anni Ottanta l’estro della stilista Anna Maria Beretta crea il modello che diventa un’icona contemporanea: ampio e lungo al polpaccio, in cashmere color cammello e con un taglio comodo che si adatta a tutte le figure.
Il cappotti Piacenza Cashmere
Questi secoli di evoluzione hanno ispirato i modelli Piacenza: colori di tendenza e raffinate applicazioni, perfetti per la donna che che ama lo stile più modaiolo e adatti ad essere indossati in ogni occasione, ricreando look casual o eleganti.
I cappotti Piacenza Cashmere sono realizzati con accostamenti di materiali diversi: il cashmere che rende caldi e morbidi i capi grazie alla fibra nobile che lo compone, la lana vergine finissima conferisce un aspetto ingualcibile e il baby llama molto morbido e luminoso, con elevate proprietà termiche.